Visita la città de “I Leoni di Sicilia”
Parti da Arché Design alla scoperta dei luoghi della famiglia Florio
La posizione nel cuore di Palermo occupata da Arché Design Rooms & Suites rappresenta un punto di partenza particolarmente favorevole per i cineturisti e i lettori più appassionati de “I leoni di Sicilia”, il primo capitolo de “La saga dei Florio” di Stefania Auci che sta incantando il mondo, grazie anche al successo dell’omonima serie TV.
Attraversando il centro storico di Palermo è possibile ripercorrere i luoghi che hanno condotto la famiglia Florio al successo, non solo come produttori del Marsala, il celebre vino liquoroso per cui il loro nome è tutt’oggi noto nel mondo, ma come perfetta incarnazione del mito contemporaneo dei self made men, capaci di dominare il panorama culturale, commerciale e politico siciliano della Belle Époque.
Dalle strade che hanno accolto le prime botteghe di spezie della famiglia Florio alle eleganti ville che ospitavano sovrani e artisti da tutta Europa; dal cantiere navale più imponente del Mediterraneo sino alle statue che li celebrano, Palermo è disseminata di tracce della fortunata storia di questa famiglia di “putiari” calabresi, alcune maestose e impossibili da ignorare, altre quasi cancellate dal tempo ma non meno interessanti.
Basterà affacciarsi dalle finestre delle camere di Arché Design Rooms & Suites per iniziare ad immergersi nella Palermo dorata dei Leoni di Sicilia. La struttura sorge infatti proprio di fronte alla piazza dedicata a Ignazio Florio, figlio di Vincenzo, in cui è possibile ammirare una sua effige scultorea, protetta dall’ombra di alte palme che svettano tra panchine e siepi.
I luoghi della vita e degli affari dei Florio a Palermo
Per seguire in ordine cronologico la parabola dell’ascesa dei Florio, è necessario partire lì dove tutto ha avuto inizio, nella casa-putìa di Piazza San Giacomo, probabilmente collocata di fronte alla Chiesa di Santa Maria La Nova. Il successo della società dei Florio proseguì a poca distanza, in via dei Materassai 51, nei pressi di Piazza San Domenico, dove Paolo Florio acquistò un magazzino più grande e più adatto al volume dei suoi affari in crescita.
Proprio in queste vie, da sempre polo di scambi commerciali e dove oggi si concentra parte della movida notturna della città, nasce l’amicizia tra Vincenzo Florio, figlio di Paolo, e il mercante inglese Benjamin Ingham, che alla morte del padre diverrà per il giovane un vero mentore. A celebrare il loro passaggio nell’antico mandamento di Castellamare, resta una lapide commemorativa all’interno della Chiesa di San Domenico, in cui il nome di Vincenzo Florio si mescola a quello di altri illustri siciliani.
Percorrendo via Vittorio Emanuele e attraversando Porta Felice, una delle porte storiche della città, si giunge al Foro Italico, oggi arricchito dal nuovo molo, il Palermo Marina Yatching. Qui, vicino alla Porta dei Greci, è possibile ammirare una statua raffigurante Vincenzo Florio, realizzata nel 1875 da Vincenzo D’Amore.
Il successo dei Florio non sarebbe stato possibile senza la loro imponente flotta commerciale. Per questo la famiglia investì anche nella realizzazione del cantiere navale di Palermo, che rimane uno dei più grandi e importanti del Mediterraneo.
Andando a caccia dei luoghi resi celebri dalla serie è doveroso includere nel tour i Quattro Canti e la vicina Piazza Pretoria, teatro della sfortunata dichiarazione d’amore di un giovanissimo Vincenzo Florio alla baronessina Isabella Pillitteri, simbolo di una nobiltà siciliana orgogliosa e superba del proprio lignaggio ma ormai in decadenza.
Uno dei tesori artistici meglio custoditi e più noti della famiglia Florio è la villa all’Olivuzza, facilmente raggiungibile da Arché Design Rooms & Suites con i mezzi pubblici o passeggiando per il centro di Palermo. Realizzata da Ernesto Basile, amico e protetto di Vincenzo Florio e architetto anche del Teatro Massimo, è il simbolo della ricchezza della nuova borghesia in ascesa e dell’eclettismo tipico dello stile Liberty. Con le forme sinuose della doppia scalinata esterna, le citazioni di elementi floreali che trovano riverbero nel giardino circostante, le merlature, le torrette di stampo medievale e le vetrate policrome, rimane uno dei capolavori della Belle Époque europea, capace di attrarre alcuni dei massimi esponenti della nobiltà, della politica e del commercio internazionale dell’epoca che qui si recavano per incontri di affari o per soggiorni di piacere.
Altra dimora da sogno dei Florio è quella ricavata da un’antica tonnara nel quartiere dell’Arenella e rinominata Palazzina dei Quattro Pizzi, caratterizzata da 4 torrette angolari in stile neogotico, che un tempo si slanciavano dalla merlatura con i loro pinnacoli. Il progetto di conversione ad uso abitativo della tonnara fu opera di Carlo Giachery che pensò per questa dimora familiare ambienti ampi e luminosi con volte a crociera e soffitti e pareti decorate con splendidi affreschi ispirati alla Sala Ruggero del Palazzo dei Normanni, talmente incantevoli da destare lo stupore persino dello zar Nicola I, che dopo la sua visita alla Palazzina, volle replicare una delle sale delle torri all’interno del palazzo imperiale di San Pietroburgo, chiamandola sala “Renella”, in omaggio all’originale dell’Arenella.
Altrettanto meritevole di stupore è Villa Igea, commissionata da Ignazio Florio, fratello di Paolo, nel quartiere Acquasanta e nata anch’essa dall’ingegno di Ernesto Basile che realizzò uno sfarzoso hotel di lusso in un magnifico stile Liberty, con le fattezze esterne di un castello. L’unicità di questo hotel lo hanno reso nel corso del tempo la scelta di personaggi illustri del mondo della cultura, della politica, dello sport e del cinema. Qui hanno alloggiato, tra gli altri nomi noti, Gabriele D’Annunzio, Giacomo Puccini, i Reali d’Inghilterra, lo zar Nicola II e Grace Kelly.